Click Here to display the Program of the Tagung and the Public Symposium
Cliccare qui per vedere il programma della Tagung e del simposio pubblico Introduction
Examining the theme of fragility in our days means not only facing the issue of mankind's limitations and decay in spite of today's utopic visions of a post-human condition capable of offering us a sort of liberation from our mortal condition. It also means questioning our condition of citizens under the whimsicality of a power that seems to escape all sort of control.
From this perspective, fragility is the result of our inability to act upon social, economic or climatic phenomena that can threaten our existence in a material or in a symbolic way. This specific experience of fragility coincides then with a widespread perception of risks menacing our sense of security.
However, fragility is also the result of those precariousness-generating processes that have recently characterized the professional world because of a strategic reorganization of productivity methods aimed solely at maximizing profits. In this area, fragility appears as a consequence of the subordination of work over wealth and monetary values: an unexpected downturn of the imperative of flexibility.
The question of fragility appears then as a series of quandaries related to today's human beings, their autonomy, their freedom, their ability to plan ahead. When fragility overcomes the threshold of bearability, self-esteem deteriorates and the options of investing in the future appear unreachable.
Expectations and hopes worsen, originating an unavoidable escape of the subject into oneself. Life in a state of fragility is therefore rather self-centered; social bonds and social commitment become weaker and weaker. The result is a narcissistic culture where everybody is subjected, according to one's possibilities, to a compulsive consumerist approach: the only remaining space for finding gratifications or for experimenting frustrations.
Based on these themes, the Foundation shall organize the 2011 Tagung, aimed at focusing on the implications of fragility, through the speakers' different approaches based on their specific disciplinary specializations (psychology, philosophy, sociology, economy) and at identifying some possible solutions, within the limits of theoretical reflections.
The Tagung will consist of three days. During the first two days dedicated to closed door seminars at the Eranos house in Moscia, the different perspectives on the themes will be presented and discussed during several working sessions (round tables, conferences, thesis discussions etc.). The final day will be open to the public and will take place at the San Materno Theatre. In this public event, the results or summaries of the "Klausur"- discussions will be shared and discussed with the public.
Introduzione
Riflettere oggi sulla fragilità non significa solo affrontare il tema della finitudine, nonostante le odierne visioni utopiche relative a una condizione postumana capace di liberarci dall'esperienza della morte. Significa anche interrogarsi sulla nostra condizione di cittadini esposti ai capricci di un potere che sembra ormai sfuggire a qualsiasi controllo.
La fragilità, da questo punto di vista, è un effetto della nostra impossibilità di intervenire su fenomeni di ordine sociale, economico, climatico, capaci di minacciare la riproduzione delle nostre esistenze, mettendone in discussione la linearità sia in termini materiali, sia simbolici. L'esperienza della fragilità coincide allora con una diffusa percezione del rischio che minaccia il nostro senso della sicurezza.
La fragilità è però anche un effetto dei processi di precarizzazione cui è stato oggetto, in questi anni, l'universo del lavoro, attraverso una riorganizzazione strategica della produzione orientata alla massimizzazione dei profitti. In questo ambito, la fragilità si presenta come una conseguenza della subordinazione del lavoro alla valorizzazione del capitale: una deriva inattesa dell'imperativo della flessibilità.
La questione della fragilità si presenta, allora, come crocevia di una serie di problematicità che mettono in questione il soggetto contemporaneo, nella sua autonomia, nella sua libertà, nella sua capacità progettuale. Quando la fragilità supera una certa soglia di tolleranza ciò che si incrina è la stessa percezione di sé come identità capace di investirsi nel futuro.
L'orizzonte di attesa si chiude, con il risultato di un inevitabile ripiegamento del soggetto su stesso. La vita in regime di fragilità è anche sempre attraversata da un potente vettore di individualizzazione delle aspettative che allenta i legami sociali di solidarietà. La cultura che ne deriva è una cultura del narcisismo, dove ognuno è consegnato, secondo le possibilità date, al suo presente consumistico: l'unico luogo ancora disponibile per gratificazioni e frustrazioni.
Attorno a questi temi, la Fondazione organizzerà la sua Tagung del 2011, con l'obiettivo sia di metterne a fuoco le implicazioni, grazie ai differenti approcci disciplinari dei relatori invitati (psicologia, filosofia, sociologia, economia), sia di cimentarsi, all'interno delle possibilità offerte da una riflessione teorica, nell' identificazione di alcune possibili vie di uscita da questa situazione di impasse.
La Tagung si articolerà sull'arco di tre giornate. Nelle due giornate seminariali a porte chiuse che si svolgeranno a Eranos, le diverse prospettive sulla questione saranno presentate e discusse in diverse sessioni di lavoro (tavole rotonde, relazioni, presentazioni di tesi, ecc.), nella giornata finale aperta al pubblico che si svolgerà al Teatro San Materno, verranno presentati i risultati di quanto discusso a Eranos, cercando nel limite del possibile di rendere conto dei dibattiti svolti a porte chiuse.